Il “fil rouge” che oggi tiene insieme il Foggia

Permetteteci, dopo sette partite giocate in questa quinta stagione della gestione di Nicola Canonico alla guida del Foggia, di fare delle considerazioni sulla situazione attuale che avvolge le vicende dei rossoneri e tutto ciò che circonda la società e la sua squadra. Vogliamo parlarvi di “tre tasselli” importanti che si legano tra di loro con un “fil rouge” e che sono ormai sotto gli occhi di tutti.

             
Il primo “tassello” riguarda la squadra allenata da Delio Rossi. Una squadra costruita in ritardo e anche male, poco equilibrata e poco omogenea per affrontare un torneo difficile come quello di terza serie. Sono stati comprati oppure sono arrivati in prestito diversi calciatori giovani di sicuro avvenire e con la volontà di emergere per arrivare in alto nel calcio ma privi della caratteristica più importante per una categoria dove non basta la predisposizione e la volontà ma ci vuole molta fisicità, qualità ed esperienza che al momento manca a questi calciatori abituati a partite giocate fino allo scorso campionato nelle squadre “Primavera” delle società da cui provengono oppure da campionati dilettanti. In una squadra che deve giocare in serie C ci deve essere un mix di varie personalità, vanno sicuramente bene i giovani per farli crescere perchè saranno il futuro del nostro calcio e delle squadre che li hanno al loro servizio ma se non ci sono insieme a loro nello spogliatoio e sul terreno dio gioco figure di una certa esperienza, carisma, quantità e qualità che fanno da traino a tutti loro, allora una squadra non potrà mai raggiungere dei buoni risulati sportivi. Nel Foggia, oggi purtroppo, questo è quello che si nota e quello che manca ed è emblematico che se in una sola partita vengono a mancare alcune pedine chiave tutte insieme allora è facile che la conclusione sia esattamete come quella che è successa alla squadra di Delio Rossi lunedì scorso a Picerno. Ma purtroppo di tutta questa improvvisazione non possiamo dare la colpa ai calciatori che fanno quello che possono con abnegazione e all’area tecnica nelle persone di Delio Rossie del suo staff ma neanche al direttore sportivo Carlo Misa, perchè se non hai a disposizione risorse finanziarie sufficienti e cospicue per andare a fare la spesa, devi accontentarti degli “avanzi” che trovi sugli scaffali del supermercato.

         

Il secondo “tassello” riguarda la società e di conseguenza la proprietà.. Partiamo dal presupposto che il Foggia in questa stagione agonistica ha sulla testa una “spada di Damocle” che pende minacciosa e che sicuramente servirà per la sua tutela ma è anche per un controllo asfissiante su tutte le operazioni che sono state e che saranno effettuate sia ammministrative che tecniche. Parliamo dell’ Amministrazione Giudiziaria che fa capo al Tribunale e alla DDA di Bari. Attenzione perchè questa novità assoluta per una squadra di calcio non è un fattore da poco se si considera che tutto deve passare ogni volta attraverso relazioni periodiche e conferme che non aiutano di certo la società stessa e il suo proprietario Nicola Canonico ad avere la piena autonomia decisionale, infatti non a caso il Foggia è stata fino ad ora la prima e unica squadra in Italia che ha dovuto sperimentare questa novità assoluta nel mondo delc calcio. In virtù di questa situazione, la partenza della stagione è stata a scarsamento ridotto e con il freno a mano tirato, sia per la scelta dell’allenatore e del direttore sportivo ma soprattutto per la scelta dei calciatori e soprattutto per l’inizio della preparazione, se così possimo chiamarla che è stata fatta con calciatori che arrivavvano alla spicciolata e a singhiozzi, oltretutto fatta fuori regione con 35° gradi lontano dal suo habitat naturale per motivi logistici visto che a Foggia non esiste da tempo immemore una struttura che potesse ospitare la squadra rossonera. Il ritardo accumulato ha poi fatto il resto perchè la società ha dovuto formare la nuova nuova rosa dei calciatori con quello che si poteva reperire a mercato ormai praticamente chiuso e anche perchè tutte le squadre si erano già rinforzate andando a pescare i giocatori più adatti ai loro obiettivi e partendo già dal mese di maggio quando il Foggia tra l’ennesima tentata vendita delle sue quote societarie, l’Amministazione Giudiziaria e il tira e molla della presentazione del tnuovo tecnico e del nuovo dietttore sportivo, era ancora in alto mare a combattere per superare una “tempesta perfetta” alla quale siamo stati ormai abituati nei quattro anni precedenti. Alla fine il prodotto è quello che vediamo ora. Una società in forte imbarazzo, in rottura con tutto e tutti, in primis con le Istituzioni cittadine e soprattuto con i suoi tifosi e tutto l’ambiente.

         
Il terzo “tassello” lo riserviamo proprio parlando dei tifosi che sono uno dei fattori, se non il fattore fondamentale del gioco del calcio, senza di loro non avrebbe senso giocare le partite. Dopo la contestazione della scorsa stagione, che aveva portato a vedere il solito film già visto in passato con il cambio di 5 allenatori e 2 diretori sportivi ma anche con la squadra che tutto sommato senbrava “immune” da qualsiasi problema legato alla classifica, ad un certo punto del finale della stagione ha perso 6 partite di fila è ha iniziato una caduta verticale senza precedenti che ha portato i rossoneri sul baratro dei Dilettanti e che è riuscita poi a salvarsi con un colpo di coda solo nelle due partite play out giocate contro l’ACRMessina. Da questa situazione e dalla incapacità cronica della sua proprietà di saper fare progetti e programmi per portare il club rossonero a giocarsi ogni anno le sue carte per il vertice della classifica, nasce la contestazione dei tifosi che all’inzio di questo campionato ha avuto il suo epilogo prima con la impossibilità di fare gli abbamenti per i lavori di ristrutturazione e ammodernamento dello Zaccheria per poi arrivare all’ aumento sconsiderato e inaudito dei prezzi dei biglietti d’ingersso allo stadio che ha riguardato tutti i settori ma in special modo quello dei settori popolari delle cuve che sono il fulcro del tifo rganizzato e soprattutto dove per vedere la partita ci vanno i tagazzi e tutti coloro che non possono permettersi di pagare un biglietto di tribuna.
Il risultato? Tre partite casalinghe con Sorrento, Latina e Casertana giocate davanto a 1.402 – 1.484 e 1.464 spettatori che in totale sono meno spettatori degli abbonati che il Foggia aveva la scorsa stagione e con un parametro che deve far riflettere guardando anche alla trasferta di Picerno di lunedì sera dove il Direttore Generale Lucano, il Dott. Greco, ha aderito alla richiesta dello SLO foggiano di abbassare i prezzi del settore ospiti per garantire l’ingresso dei tifosi al seguito del Foggia. Detto e fatto. Curva al costo di 10 euro oneri compresi e più di 350 tifosi del Foggia con striscioni, tamburi e bandiere al seguito della squadra.
Ma di che cosa stiamo parlando? La poprietà del Foggia sembra, con un atteggiamento di presunzione, cadere dal pero dimostrando al momento di non avere nessuna voglia di ascoltare le richieste dei tifosi che per protesta si sono riuniti per due volte prima davanti al Conune e poi alla Prefettura di Foggia per protestare civilmente e far sentire la loro voce affinchè la proprietà nella persona di Nicola Canonico e magari con la “pressione” dell’Amministratore Giudiziario Prof. Vito Chionna, torni indietro sulla sua decisione molto “inopportuna”, come se la colpa dei lavori allo stadio opure per la mancanza di entrate finanziarie da parte degli sponsor che si sono allontanati per sposare il progetto dell’Heraclea Candela, sia colpa di chi vuole solo seguire e tifare per le gesta della prorpria squadra del cuore. In conclusione i “tre tasselli” che legano le vicende pallonare del Calcio Foggia 1920 che vi abbiamo descritto sono certamente legati da un “fil ruoge” e hanno una reciività ormai atavica ma se si guardano, si leggono e si comprendono con la dovuta attenzione tutte e tre questi tasselli possono essere risolti e anche velocemente, basterà avere più competenza in materia calcistica da parte della società e della sua proprietà ma soprattutto avere una orgamizzazione e una pogrammazione che sono cose intrinseche in tutte le squadre di calcio, a tutti i livelli e in tutte le categorie perchè devono essere nel proprio DNA la volontà e la fermezza di voler raggiungere traguardi, risultati ed obietivi ambiziosi. Ma il Calcio Foggia 1920 tutta questa volontà e competenza calcistica ce l’ha oppure no?

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