Delio Rossi fa l’equilibrista ma non può fare i miracoli

Tutta la Foggia sportiva e soprattutto tutti i tifosi che seguono da sempre le gesta della squadra di calcio non hanno mai avuto dubbi sulle capacità, la bravura, il carisma e la potenzialità come uomo e come allenatore di Delio Rossi. Il tecnico di Rimini lo ha dimostrato ampiamente negli anni in cui ha giocato con la maglia rossonera ma ancora di più quando ha deciso di sedersi sulla panchina dei “satanelli”, anche se la prima volta quando si sedette sulla panchina che fu di Maestrelli e Zeman, non riuscì ad essere incisivo come avrebbe voluto ma poi si è rifatto alla grande tre stagioni fa quando prese in eredità da Mario Somma (!) una squadra allo sbando che sembrava non avesse più nulla da dire e da dare al campionato e l’ha portata fino alla finale play off con una cavalcata entusiasmante e 20.000 tifosi sugli spalti, una finale poi persa contro il Lecco che ancora oggi grida vendetta per come “qualcuno” decise di farla perdere alla squadra rossonera solo per favorire il ripescaggio in serie B del Brescia di Massimo Cellino ma soprattutto per far arrivare il “super raccomandato” arbitro Kevin Bonacina a bruciare le tappe della sua “insipida” carriera a spese del Foggia e arrivare, purtroppo per il calcio. ad arbitrare in serie A nonostante risulti oggi uno dei più “scarsi” direttori di gara.
Dopo quell’exploit della stagione 2022-2023 Delio Rossi è rimasto fermo, per sua scelta, due stagioni fino ad oggi che per l’insistenza di Nicola Canonico ma anche perchè aveva lasciato un lavoro con il Foggia incompiuto, ha deciso questa estate di riprendersi la panchina rossonera per poter continuare quello che aveva interrotto. Ma purtroppo non aveva fatto i conti con le tante situazioni ingarbugliate e critiche in cui la società del Foggia e la sua proprietà si sono trovate a confrontarsi in questo periodo in cui l’allenatore Romagnolo era rimasto lontano dalla nostra Città e dalla nostra squadra di calcio. Situazioni molto pesanti e di difficile risoluzione a partire dal fatto di trovare come ospite l’Amministrazione Giudiziaria e il Tribunale di Bari come supporto operativo ad accompagnare le scelte della società rossonera, inoltre si è trovato di fronte all’atavico problema delle strutture che a Foggia non ci sono mai state e ancora adesso non ci sono, quindi ha dovuto “emigrare” suo malgrado con la squadra e il suo staff in terra barese, a Trinitapoli, che ha ospitato il Foggia sia per la preparazione, come quartier generale e anche per gli allenamenti giornalieri , fino ad ora, con tutti i disagi di organizzazione e di logistica che ci sono stati e che ancora persistono almeno almeno fino a quando il Comune di Foggia non concederà l’utilizzo, se pur parziale, dell’impianto Rinaldi-Croci Nord ai rossoneri per potersi allenare e vivere la loro stagione agonistica in Città.
Un’atro grosso problema in cui si è trovato Delio Rossi al suo arrivo nel Foggia è stato l’enorme ritardo che ha fatto partire con il freno a mano tirato il mercato del Foggia al punto che i calciatori sono arrivati alla spicciolata e a singhiozzo, quasi tuti giovani sicuramente di belle speranze e buone potenzialità ma senza la dovuta esperienza per affrontare un campionato tignoso e difficile come quello di serie C e soprattutto nel girone meridionale. Con questi giovani calciatori sono arrivati anche alcuni, pochi per la verità, calciatori di esperienza e qualità che normalmente un uno spogliatoio sono fondamentali come in campo per la squadra e per la crescita dei giovani stessi attualmente in rosa.
Alla luce di tutto questo le prestazioni e i risultati tecnici attualmente sono “scarsi” e non poteva essere altrimenti. Solo 7 punti sui 24 a disposizione nelle prime 8 partite di campionato con una difesa che ha incassato 12 gol e un attacco, il peggiore del girone, che ne ha realizzati solo 5 e con le prossime due partite contro il Crotone in casa e a Casarano che sono molto complicate anche alla luce dei tanti infortunati sui quali il tecnico rossonero non potrà fare affidamento.

           
Delio Rossi è bravo, carismatico e professionale e soprattutto sta facendo del suo meglio per portare a regime la squadra, in effetti sembra un’equilibrista ma è anche vero che non è ancora in grado di fare miracoli. Quindi vista la precarietà di questa situazione dovrebbe intervenire la proprietà per migliorare non solo la qualità dei calciatori rossoneri con interventi mirati nel mercato degli svincolati senza aspettare l’apertura quello di riparazione di gennaio perchè potrebbe essere tardi.
Poi come regalo finale il tecnico rossonero quando sale i gradini dello spogliatoio che porta sull’erba dello Zaccheria nel giorno delle partite casalinghe del Foggia, alzando gli occhi vede uno stadio vuoto con al suo interno la miseria di soli 1.400 spettatori che normamlmente sono quelli che vanno a vedere giocare le partite dell’Ortanova, con tutto il rispetto per gli amici Ortesi e questo per la dabbenagine del suo maggior azionista che lo ha voluto a tutti in costi al Foggia ma che ha omesso di metterlo al corrente quando si sono stabilite si concretizzassero le “regole d’ingaggio” con quali mezzi avrebbe dovuto combattere la sua battaglia nel campionato 2025-2026 , una battaglia aspra e molto complicata e al momento impari sotto tutti gli aspetti contro squadre che hanno avuto tutto il tempo per attrezzarsi per la stagione da affrontare .
Quello che sappiamo è che Delio Rossi ha cercato un mese fa, con una azione di forza rassegnando il suo disimpegno dal Foggia poi rientrato dopo l’intervento del Tribunale di Bari, di fare di tutto per far cambiare il corso degli eventi ma nonostante tutta la sua buona volontà sembra che fino ad ora non ci sia riuscito. Allora una domanda ci sorge spontanea. Quanto durerà questo “stillicidio” organizzativo, tecnico e logistico a cui deve fer fronte il tecnico Romagnolo?

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