Siamo arrivati ad un giorno dalla resa dei conti. Il Foggia resterà nei professionisti oppure andrà inopinatamente fuori dai giochi e nei dilettanti?. Potrebbe sembrare brutale e surreale metterla su questo piano ma purtroppo è l’evidenza dei fatti oggettivi e che non lasciano nessuno spazio all’immaginazione e all’interpretazione. La partita di domani pomeriggio alla Zaccheria tra il Foggia e i Siciliani dell’ACR Messina sarà l’epilogo di una stagione, quella agonistica 2024-2025, vissuta sul filo del rasoio e tra molti bassi e pochi alti che hanno portato i rossoneri a giocarsi una salvezza che nessuno, nemmeno il più pessimista, avrebbe messo in preventivo questa estate.
Riavvolgiamo il nastro e ripercorriamo brevemente gli eventi. La società aveva scelto a luglio una nuova linea di condotta da seguire, cancellando tutto quello che NON era riuscita a fare nella stagione precedente e negli anni precedenti. Come al solito c’è stato il cambio di 5 allenatori e un l’11° posto in classifica che NON permise al Foggia di disputare i play off.
Il nuovo progetto prevedeva un cambiamento radicale con un nuovo direttore sportivo, Domenico Roma, un nuovo allenatore, Massimo Brambilla e quasi tutta la rosa della vecchia squadra rinnovata con 16 calciatori su 23. Ma il progetto che si era sviluppato solo nella nella mente dell’ex presidente è fallito miseramente dopo appena 6 giornate di campionato, allorquando il tecnico di Vimercate fu defenestrato per far posto ad un’ altro ennesimo errore della gestione societaria del Foggia , cioè la scelta di portare sulla panchina rossonera un’allenatore che poco aveva a che vedere con i calciatori che erano stati presi per un certo tipo di gioco, infatti anche Ezio Capuano è durato il tempo di 5 partite per poi dimettersi accompagnato dal Ds Roma i cui errori marchiani nel costruire una squadra piena di calciatori che NON giocavano da tempo e anche con alcuni di loro infortunati cronici sono stati l’inizio della fine. Le dimissioni di capuano sono state molto strane perchè avevano come motivazione l’ l’anarchia che si era creata nello spogliatoio rossonero dove alcuni “senatori” volevano dettare le loro regole arrivando a scontri interni e al boicottaggio del tecnico Lucano, che però andando via non le ha mandate a dire accusando direttamente la squadra e anche la società nella persona dell’ex direttore sportivo Roma e dell’attuale ex presidente Nicola Canonico di non averlo supportato e difeso durante la sua pur breve avventura sulla panchina del Foggia..
Arriva il mese di novembre e con lui il nuovo direttore sportivo Luca Leone che porta con se come allenatore Luciano Zauri, il tecnico abruzzese inizia la sua avventura sulla panchina del Foggia con 7 risultati utili consecutivi per poi avere un calo inspiegabile che arrivò fino a Natale tra risultati altalenanti, in attesa del mercato di riparazione di gennaio dove si sperava e si pensava che la squadra potesse essere migliorata.
E qui iniziano i veri problemi insormontabili per l’area tecnica. L’ex patron rossonero prende a sorpresa la decisione di non rinnovare i contratti ai calciatori in scadenza a giugno 2025 e lo comunica direttamente a loro facendo indispettire i giocatori che si danno da fare per cercare altre soluzioni in altre squadre. Ma non è tutto perchè allo stesso tempo avvisa il direttore sportivo e l’allenatore di fare un pò di pulizia nello spogliatoio, infatti, per sua stessa ammissione furono individuati 9 calciatori da “esautorare” ma a questo punto sia Leone che Zauri si opposero a questa ennesima “ingerenza” confermando che la squadra andava bene così com’era e che bastava fare alcuni movimenti in entrata per renderla più solida e con qualche calciatore di qualità a centrocampo e soprattutto in attacco ma nonostante questa richiesta dell’area tecnica ,5 di loro, anche se non erano dei fenomeni, furono ceduti ( Ercolani, Murano, Millico, Carillo) oppure vollero andarsene (Gargiulo) e questa cosa fece molto piacere all’ex patron che abbassò di fatto il monte ingaggi cercando di ripristinare la tranquillità nel gruppo squadra all’interno dello spogliatoio.
Il problema diventa però il mercato di riparazione, quando questi calciatori, nei loro ruoli, NON furono sostituiti adeguatamente da altrettanti calciatori che potevano migliorare le prestazioni della squadra e invece, come tutti sanno, la rosa fu indebolita portando a Foggia solo 5 giovani calciatori di cui 4 in prestito ( Brugugnone, Dutu, Touho, Kiyine ) e quindi non di proprietà del Foggia eccetto uno.(Gala)
Fu quindi un mercato al risparmio anzi diciamo senza tema di smentita furono fatte le “nozze con i fichi secchi”, assolutamente involutivo e senza spendere quasi nulla. A questo punto il Ds Leone, professatosi lui stesso uno “spendaccione”, dopo essere stato messo da parte in un angolo senza poteri perchè le trattative furono portate avanti direttamente da l’ex presidente con i consigli di due grandi “esperti di mercato” come Belviso e il pizzaiolo di Monopoli, NON si dimise come era logico che facesse per rimanere al suo posto fino alla penultima partita della stagione per poi essere esonerato insieme all’allenatore di Pescina.
E arriviamo alla vigilia dell’ultima partita di campionato quando viene chiamato al capezzale del Foggia il 6° allenatore della stagione in corso, Antonio Gentile, tecnico foggiano pescato direttamente dall’ Under 17, il quale dopo il pareggio a Picerno si è ritrovato nelle mani la “patata bollente” del play out da disputare in un doppio confronto con il Messina. Buona la prima in Sicilia, ecco che domani l’allenatore foggiano potrebbe diventare l’eroe di questa “infausta” stagione del Foggia.
Come finirà? Non possiamo saperlo anche percè il calcio non è una scienza esatta ma quello che tutto l’ambiente rossonero si augura è quello di mantenere la categoria e poi voltare pagina, una pagina scritta sulla pietra che NON si cancellerà MAI e che purtroppo ricorderemo come la più brutta della storia ultracentenaria del Calcio Foggia 1920.
Foggia-Messina una vigilia carica si “suspamce”
