La ricerca della felicita’… Qustione di modulo o di qualcos’altro?

William Shakspeare diceva: ” essre o non essere questo e’ il problema” e lo faceva con un teschio in mano. Abbiamo immaginato Mirko Cudini che diceva ” 3-4-1-2 o 3-5-2 o 4-3-3 questo e’ il dilemma” e lo faceva con il pallone in mano. Chiaramente stiamo scherzando, ma tra il serio e il faceto il modulo oppure lo schema di gioco del Foggia, sta diventando un’autentico rompicapo paragonabile al “cubo di Rubik”. E cosa fa il cubo multicolore,? Gira e ruota indefinitamente tra le mani ma poi finalmente, dopo un po’ di tentativi, si arriva a far combaciare tutti i lati con gli stessi colori. Cudini  al momento ha questo dilemma che si porta dietro dall’inizio della stagione, quando ha capito che con il materiale, pur se solo in prte era di qualita’, a sua disposizione non poteva mettere in atto il suo 4-3-3, quindi si e’ messo a verificare altre tipologie di moduli e schemi che potessero integrarsi con le caratteristiche dei calciatori a sua disposizione inseriti mella sua rosa, anche se ancora incompleta e poco omogenea per la mancanza di alcune pedine fondamentali in tutti i reparti. Anche gli eventi gli hanno fatto cambiare rotta, per esempio l’infortunio a Marzupio, che con Carillo, Salines, Garattoni e Rizzo gli aveva fatto trovare un equilibrio difensivo in appoggio e a copertura di un centrocampo di tecnico e fisico con Di Noia, Marino e Martini. Ma si sa, gli episodi e gli eventi, che siano positivi o negativi, mel corso di una stagione lunga e complicata come quella del campionato di serie C e in special modo nel girome meridionale, possono far cambiare parzialmente o totalmente le idee di un allenatore. Ci sono state partite dove Cudini ha dovuto fare di necessita’ virtu’, due esempi arrivano dalle gare contro due “Big” Benevento e Juve Stabia, squadre costruite per vincere direttamente il campionato ma il tecnico Marchigiano, contro i sanniti per la prima volta gioco’ sena trequartista e con due punte in area di rigore, mettendo in difficolta’ la squadra giallorossa e forse meritando di vincere la partita.

 

Lunedì scorso contro le “vespe stabiesi”, ha rinunciato addirittura a due calciatori di esperienza e qualita’ ma proiettati a giocare più verso la porta avversaria, come Schenetti e Peralta, per non dare punti di riferimento ed esporre il fianco agli avversari ma anche per non permettergli di esprimere il proprio gioco in casa, dove avevano vinto tutte le partite senza subire gol. Lo ha fatto Mirko Cudini, con una cerniera a centrocampo che faceva da barriera alla difesa. Certamente la squadra di Pagliuca ha avuto tre occasioni per segnare, ma l’occasione più ghiotta per portare a casa l’intera posta l’ha avuta il Foggia con Riccardo Tonin. Ma allora che valore vogliamo dare ai moduli e agli schemi?

 

             

Molti allenatori, tra cui il bravissimo tecnico foggiano, Pasquale Padalino, ci hanno confidato che i moduli e gli schemi sono solo dei freddi numeri che potrebbero interessare prevalentemente ai giornalisti e agli opinionisti dei salotti televisivi. Nella realta’, invece, nel gioco del calcio, dai dilettanti fino alla serie A ed anche in Europa, i bravi allenatori sviluppano le loro idee di gioco sulle caratteristiche dei giocatori che le societa’ gli mettono a disposizione. Che cosè, allora, la ricerca della felicità? Uno schema o un modulo oppure le capacita’ di un allenatore a fare emergere le qualtà e le peculiarita’ dei suoi calciatori?Anche perche’ non tutiti nascono “fenomeni” come Pele’.Maradona, Messi. Ronaldo, Baggio o Del Piero per citarne solo alcuni, la maggior parte di loro nel complesso sono buoni giocatori, ed e’ in questo caso che la figura del tecnico emerge a prescindere dai numeri per dimostrare la sua bravura nel far risaltare il valere degli uomini che poi con lui dovrebbero raggiungere i risultati e gli obiettivi. Ecco che cosa e’ la “ricerca dlla felicita’” per un allenatore, anche perche’ se le cose non vanno bene e i risultati non arrivano, il “capro espiatorio” che alla fine paga per tutti e’ solo lui, un uomo solo a combatter contro tutto e tutti, l’ ALLENATORE.

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