Cudini non dimenticare che in questa stagione alleni il ” Foggia “

Nel 1809 Papa Pio VII conio’ una frase: ” Non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo”. Una frase che oggi ci permettiamo di prendere come riferimento del lavoro che sta svolgendo a Foggia e con il Foggia il tecnico Mirko Cudini. Giudicare il suo lavoro, anche se noi lo viviamo dal di fuori, non ci esime dal valutarlo e ci sembra anche opportuno e doveroso analizzarlo nel dettaglio ad un terzo della stagione in corso. Lo facciamo con equilibrio, alla luce dei risultati fin’ora ottenuti dalla squadra da lui allenata, una squadra che non piu’ tardi di cinque mesi fa, pur se tra mille problemi e difficolta’, disputava la finale play off del campionato di serie C sfiorando la promozione in serie B. Cudini siamo certi che abbia capito che questa squadra non è una squadra qualsiasi nel panorama calcistico nazionale, questa squadra e’ stata capace nella sua storia ultra centenaria, di disputare 11 campionati si serie A e 25 di serie B, questa squadra che porta addosso i colori rossoneri si chiama Foggia e ha nel suo Dna un blasone di grande rispetto, prestigio e considerazione, con tifosi sparsi a tutte le latitudini della terra. Allenare oppure giocare nel Foggia, da’ lustro non solo ai giocatori che indossano la gloriosa maglia rossonera ma anche a chi si siede sulla sua panchina, una panchina e una squadra che hanno visto alternarsi nei suoi 103 anni, Presidenti, Direttori Sportivi Tecnici e Calciatori dello spessore di Mimì Rosa Rosa. Antonio Fesce, Pasquale Casillo, Peppino Pavone, Beppe Di Bari,Oronzo Pugliese, Tommaso Maestrelli, Zdenèk Zeman, Delio Rossi, Roberto De Zerbi, Giovanni Stroppa, Vittorio Cosimo Nocera, Gianni Pirazzini, Luigi Del Neri, Giorgio Maioli, Nevio Scala, Ciccio Baiano, Pasquale Padalino  e Beppe Signori, per citarne solo alcuni e scusandoci con gli altri che comunque, chi sa di calcio, conosce fin troppo bene.

 

                      

Partendo da questo presupposto che ci sembrava doveroso, ci chiediamo cosa passa, in questo periodo, nella testa del tecnico Marchigiano, che ha l’occasione della sua vita professionale, dopo aver allenato il Campobasso e dopo essere stato scelto all’indomani della retrocessione con la Fidelis Andria. Cerchiamo di leggere attraverso le indicazioni che lo stesso Cudini ci fornisce da questa estate quando, tra lo scetticismo generale di tanti addetti ai lavori, e’ iniziata  la sua avventura con i rossoneri. Fin dal ritiro di Bastia Umbra partito con notevole ritardo e con una rosa incompleta e mal costruita dalla societa’ di via Gioberti, che con la scusa di fare un campionato “dignitoso”, non gli ha completato l’organico.

 

            

Cudini, bisogna ammetterlo, ci aveva convinto in coppa Italia contro il Catanzaro, dopo appena quattro giorni di ritiro e 1.800 km in punman in due giorni. Il tecnico di Sant’Elpidio a Mare, gia’ in quell’occasione ci aveva dimostrato di avere le idee chiare sul gioco e sullo schema che avrebbe messo in atto con la sua squadra, poi dopo la parentesi negativa di Taranto nella prima giornata di questo campionato, ha continuato a stupirci e ad illudere l’ambiente facendo salire le sue quotazioni e quelle dei suoi calciatori, ottenendo 7 risultati utili consecutivi con 6 “clean scheet” su otto gare disputate e portando la squadra fino al 2° posto. E poi?

Poi arriva una inspiegabile “involuzione” che ha fatto precipitare il Foggia ai margini della griglia play off, cioè al 10° posto. I motivi? Vogliamo analizzarne tre che ci sembrano i piu’ significativi. La situazione scabrosa di Marco Frigerio e’ una diatriba tra il calciatore e la societa’ che si risolvera’ o a gennaio con la cessione del giocatore o a giugno quando lo stesso andra’ via a parametro zero. Quello che ormai ci perseguita gia’ da due stagioni ed è la mancanza di uno o anche due “veri” attaccanti capaci di assicurare almeno15 gol a stagione e a testa. Sappiamo benissimo che questo non e’ un problema o una colpa che puo’ essere ascritta all’ attuale allenatore ma che deve ricadere interamente sull’ incapacita’ dei vertici societari, che hanno speso molti soldi per contratti inutili e discutibili, al fine di portare nel Foggia attaccanti in prestito o a fine carriera oppure, ancora peggio, “scarsi” al punto che non hanno dato nessun apporto utile alla causa rossonera. L’ultimo motivo che purtroppo vogliamo e dobbiamo evidenziare con disappunto e un pizzico di critica, anche se costruttiva, e’ che da diverse partite esiste una palpabile confusione tecnico-tattica che ha coinvolto Cudini e il suo gruppo. Lo stiamo notando nel momento in cui si deve scegliere e mettere in campo la formazione. Infatti in alcune partite ci sono sembrate, le scelte effettuate da Cudini, inadatte alle caratteristiche della gara stessa che si andava ad affrontare. Ma poi bisogna anche mettere in evidenza , per onesta’ intellettuale, che in altre partite, l’abbiamo notata meno questa confusione tattica, per esempio contro alcune “Big”, ad Avellino (0 a 0), a Catania ( 0 a 2 )”, in casa col Benevento ( o a 0 ) oppure lunedi’ sera contro a Castellammare contro la Juve Stabia ( o a 0 ) e non ha caso il risultato finale NON ci ha visto ne’ perdere, ne’ soccombere nel gioco e neanche nel subire gol. Allora quale delle  ipotesi di involuzione e’ la più attendibile oppure la più vicina alla realta? Secondo il nostro parere tutte, perche’ la mancanza di uin calciatore talentuoso che lo scorso anno ha segnato 7 gol, attaccanti in grado di mettere la palla in rete e anche la confusione tattica che a lungo andare può diventare un problema se non viene capita e risolta.

 

       

Chiaramente a tutti gli allenatori e quindi anche a Cudini piacerebbe avere un goleador e far giocare le proprie squadre con un gioco piacevole e vincente, il Foggia poi lo ha fatto nella prima parte di questo campionato, pur con una rosa, lo diremo all’infinito, insufficiente e costruita in maniera non omogenea e incompleta. A proposito di goleador, due parole le vogliamo spendere per Tounkara, non per gettare la croce addosso al ragazzo Senegalese ma perche’ a noi sembra proprio un giocatore poco concreto ed efficace, che e stato preso per risolvere il problema del gol ma che in campo sembra abulico, negligente, svogliato e un pochettino scarso nei fondamentali. Ma chi lo ha scelto e comprato forse non ha guardato il suo profilo realizzativo della sua carriera. Possibile che non c’erano altri attaccanti migliori di lui? Quindi i problemi del Foggia e di Mirko Cudini, in questo momento, sembrano essere quelli di non avere un attaccante di peso, un centrale che sostituisca l’infortunato Marzupio e anche un esterno di centrocampo oltre a dover decidere con quale modulo di gioco si dovranno affrontare le partite e la scelta dei calciatori che devono metterlo in atto sul campo. Da un po’ di partite, infatti, quelli che vengono scelti inizialmente dall’allenatore del Foggia non convincono completamente. Mettendo da parte Frigerio fuori dai giochi, i tanti infortuni, anche se questo discorso andrebbe approfondito, e i continui cambiamenti che non giovano alla squadra anzi la mandano in totale confusione. Sappiamo, però, di essere solo ad un terzo del campionato, domenica si gioca la 14a giornata, quindi c’è tutto il tempo per riimettersi nella giusta rotta di navigazione, tenendo presente che il calendario aiuta i rossoneri, che si apprestano nelle prossime due partite, ad affrontare ARC Messina e il Latina nel fortino dello Zaccheria. Vincere entrambe le gare, magari anche giocando un buon calcio, darebbe la stura ad una riscatto e una risalita non solo nella classifica ma anche nella credibilita’ e nella consapevolezza delle proprie qualita’ che una squadra e un tecnico, in una piazza difficile, scottata e sofferente, ormai da tanti anni, come quella di Foggia e costretta a recitare il suo ruolo in una categoria che gli sta sicuramente molto  stretta, dovranno dimostrare che il loro “passaggio” nel Foggia non può essere un punto d’arrivo ma un “importante e qualificante” punto di partenza.

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