La strada del Foggia e’ sicuramente in salita e su questo non c’è alcun dubbio. La societa’ di via Gioberti e soprattutto Massimo Brambilla lo sanno bene. continuare a perseverare negli errori commessi soprattuttto a Benevento e non solo non portera’ da nessuna parte se non verso un baratro profondo dal quale più si va avanti e più sara’ difficile risalire.
La partita di domani contro il tignoso e roccioso Giugliano ben allenato da Valerio Bertotto, dovra’ far ambiare registro alla squadra rossonera. La vittoria diventa imprescindibile anche a discapito della prestazione. Certo sarebbe meglio vincere e convincere ma oggi sarebbe chiedere troppo a questa squadra. I tre punti, quelli si, sono vitali e decisivi per una serie interminabile di motivi.

 

           

Primo motivo su tutti il ruolo dell’alleatore.. Abbiamo l’ impressione che la squadra lo segua nel suo “credo” calcistico ma con difficolta’, una difficolta’ dettata anche dalle scarse condizioni fisiche e dal fatto che molti giocatori decisivi sono fuori squadra o per infortunio oppure perche’ la loro condizione che ci sembra al momento in assenza di “ossigeno e acido lattico”. Ma esiste anche un’altro aspetto da tenere in considerazione. Quando le cose non funzionano, come in questo momento nel Foggia, la societa’ deve intervenire. Il direttore sportivo Domenico Roma ha l’obbligo di prendere per mano la situazione, mettersi sotto braccio al mister e farsi sentire nel chiuso degli spogliatoi.

 


A tal proposito ieri ha “tuonato” anche il Presidente Nicola Canonico e non poteva essere altrimenti, dopo quello che si e’ visto a Benevento, il “patron” e’ partito da Bari in mattinata ed e’ arrivato direttamente allo Zacchria dove ha voluto sincerarsi della situazione parlando di persona e a muso duro con tutto il gruppo squadra, nessuno escluso.
D’altronte questi calciatori della rosa del Foggia sono stati scelti sia da Nicola Canonico con Domenico Roma e soprattutto con l’avallo di Massimo Brambilla, almeno cos’ì ci hanno raccontato in estate durante il calcio mercato.

 

                                 
Aver alzato la voce, in un momento come quello che sta attraversando la squadra, ci e’ sembrato non solo utile ma fortemente indispensabile. Infatti quello che e’ accaduto al Trapani dopo appena due partite con l’esonero di Alfio Torrisi e ancora di più ad Avellino, con la “cacciata in tronco” di tutti i dirigenti e dello staff tecnico al completo, sono due esempi troppo estremi ma che comunque si sono verificati e non e’ la prima volta ma non sara’ nemmeno l’ultima.
Noi onestamente non pensiamo che Nicola Canonico voglia perseguire questa strada, almeno per ora, soprattutto in un momento così delicato ma naturalmente nel calcio gli obiettivi e i traguardi da raggiungere si basano sui risultati che si conquistano sul terreno di gioco e la societa’ del Foggia ma anche tutti i tifosi rossoneri non possono essere contenti di quello che la squadra sta seminando e raccogliendo. Massimo Brambilla, purtroppo, nelle prossime due partite si gioca la sua pamchina, non siamo noi a dirlo ma le dinamiche pallonare sono queste e il tecnico di Vimercate le conosce bene visto che conosce il calcio.

 

                           
E’ anche vero che i margini per tirarsi fuori da questa condizione di stasi sia tecnica che fisica, ci sono. Attenzione pero’, meglio essere chiari, anche vincendo mercoledì sera contro il Giugliano potrebbe non bastare perche’ domenica ci sara’ un’altra trasferta, proibitiva sulla carta, ad Avellino quindi bisognera’ cambiare da subito il trend negativo e tornare a vincere trovando il più velocemente possibile la forma fisico-atletica e i meccanismi di gioco oltre al recupero degli infortunati, per poi scendere in campo con la consapevolezza che brutte figure come quelle rimediate contro il Monopoli e il Benevento non sono più accettabili.
Battere il Giugliano, non sara’ facile ma bisogna provarci non solo per la classifica e per l’autostima, bisognera’ vincere soprattutto per rispetto della “maglia” che si indossa e per i tanti tifosi ai quali la pazienza ancora esiste nel proprio inconscio ma che ha una resistenza pari alla sabbia che scende da una clessidra, la quale prima o poi finisce e non ci sara’ piu’ la possibilita’ di girarla e ricominciare a farla scendere perche’ nel calcio servono solo i risultati e non bastano le parole e i buoni propositi.

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