Da quando esiste il calcio c’è sempre stata una “disputa ” sull’importanza delle figure che sono legate a questo gioco. Le societa’ , soprattutto quelle professionistiche, devono avere un assetto solido economicamente per poter competere a tutti i livelli. Devono avere un organigramma societario che sia il più possibile di livello manageriale, partendo dal Presidente fino ad arrivare all’ ultimo dei magazzinieri. Tutte figure importanti, ognuno nel proprio ruolo e per le proprie competenze, che rendano efficiente l’ottenimento dei traguardi , degli obiettivi e dei risultati che qgni societa’ e squadra si prefiggono di raggiungere. Il “Presidente”, per esempio, e’ colui che mette a disposizione una parte del suo patrimonio economico per ottemperare alle esigenze formali e a tutta la parte finanziaria della societa’. “L’allenatore” e’ colui che dà alla squadra una preparazione fisica, un volto, uno schema e un gioco che possa permetterle di rimanere, almeno nell’ottica iniziale, sempre ai vertici delle classifiche dei campionati di appartenenza. I “Calciatori” , parte importantissima del gioco del calcio, che siano fenomeni oppure solo bravi, comunque sono coloro che mettono in campo la loro professionalita’, la loro forza, la loro preparazione fisica e la loro bravura, per raggiungere risultati sportivi per i quali sono stati scelti e sono anche remunerati. Poi c’è il discorso delle “bandiere”. Nel calcio di oggi ormai le bandiere NON esistono piu’ oppure ce ne sono rimaste talmente poche che si possono contare sulle dita delle mani. I tempi dei Riva , Rivera, Mazzola per arrivare a Maldini, Zanetti, Totti sono un lontano ricordo perche’ erano calciatori che per un motivo di grande attaccamento alla loro maglia, NON lasciavano le loro squadre da dove avevano iniziato la loro carriera per nessuna cifra e per nessuna ambizione. Oggi nel 2024 prevale solo l’aspetto legato proprio all’ambizione di arrivare di giocare per un grosso club e il denaro. Il business che ruota intorno al pianeta calcio Italiano, Europeo e Mondiale e’ esasperante ed opprimente al punto che le cifre con nove zeri si sprecano e si distribuiscono come se fossero coriandoli nel periodo di carnevale. Oltre alle figure intermedie che ruotano nel calcio come Medici Sociali, Massaggiatori, Magazzinieri, Segretari. Dirigenti, Team Manager, Procuratori, Addetti al campo, Autisti e altre figure che forse ci siamo dimenticati di menzionare, ce nè una secondo noi al di sopra di tutte le altre ed e’ quella del “Direttore Sportivo”. Questa figura riteniamo che sia molto importante e determinante. Perche’? Perche’ e’ quel “meccanismo” imprescindibile che fa muovere e funzionare alla perfezione e senza intoppi, tutto il ” motore della macchina” legata al mondo del calcio, oltre ad essere la figura di riferimento per tutte le squadre, da quelle Giovanili compresi i vivai, quelle Dilettanti e soprattutto quelle professionistiche. Una figura e un profilo dirigenziale e manageriale che NON puo’ assolutamente mancare in una societa’ di calcio, al punto che le varie Leghe dalla serie A alla serie C pretendono dalle societa’ un censimento con il nome  del Direttore Sportivo. Cosa fa e di cosa si occupa all’interno di una societa’ di calcio e della propria squadra di calcio il direttore sportivo? Scopre talenti, compra calciatori, vende calciatori, e’ l’anello di congiunzione tra lo “spogliatoio” e la “proprieta’”, e’ colui che conosce tutto e sa tutto di tutti, e’ colui che mette pace in tempo di guerra (calcistica), e’ colui che si prende le colpe anche quando non le ha, e’ colui che fa ragionare i calciatori quando hanno i “mal di pancia”, e’ colui che parla e tranquillizza i tifosi quando i risultati non arrivano, insomma e’ colui che fa da “paracadute” e da “cuscinetto ovattato” per evitare che se qualcuno cade, si faccia male sul serio. Questa e’ la figura e il profilo del vero Direttore Sportivo di una soieta’ e di una squadra di calcio a qualsiasi livello, in Italia, in Europa e nel Mondo. A Foggia, un esempio di come deve essere il “vero” direttore sportivo e’ stato incarnato da Peppino Pavone che dopo una carriera eccellente da calciatore ad altissimi livelli, ha intrapreso questa strada tortuosa con enormi soddisfazioni soddisfazioni e dobbiamo affermare con assoluta certezza che i risultati, conseguiti negli anni, gli hanno dato sempre ragione, Ha espletato le sue funzioni e le sue mansioni, dai Dilettanti fino alla Serie A, portando nelle societa’ dove a lavorato e ai Presidenti che lo hanno scelto per ricoprire il ruolo di Direttore Sportivo professionalita’, lavoro, serieta’, competenza, parsimonia, moralita’ e molto rispetto a volte maniacale per l’incarico che gli era stato affidato. Dalle sue valutazioni e dalle sue ricerche di calciatori e talenti, sui campi sterrati delle serie minori fino ai campi di grande livello e grandi platee, sono passati calciatori, che da sconosciuti sono arrivati fino alla Nazionale . un esempio su tutti, che a Foggia ricordano bene quelli che hanno i capelli bianchi come noi, sono stati il “tridente” Signori, Baiano, Rambaudi e ma anche molti altri.

 

                             

Ciccio Baiano ci ha detto di Peppino Pavone:  ” Il Direttore Peppino Pavone ha aiutato i calciatori come me a vedere dentro se stessi ma Peppino Pavone ha anche  aiutato tanti calciatori e soprattutto me  a vedere dentro se stessi meglio di come siamo”. Gli ha fatto eco Beppe Signori che di Peppino Pavone ha detto: ” Peppino e’ un uomo straordinario capisce di calcio che ha avuto la grande intuizione di volermi a tutti i costi a Foggia nnonostante fossi fuori mercato come prezzo e valutazione quindi credo che questo gli faccia onore e non perche’ ha scelto me, ma per le scelte che ha fatto negli anni per il Foggia per farlo diventare il Foggia del tridente e non solo , Pavone e’ una persona eccezionale ed esperto di calcio in modo assoluto”. Il “trio”delle meraviglie del Foggia di Zemanlandia NON era rappresentato da calciatori osannati e coccolati come nelle squadre di primo livello Inter, Juve e Milan ma giocavano con il Foggia che grazie a Peppino Pavone, Zdenèk Zeman e Pasquale Casillo avevano creato un gruppo coeso di una squadra di provincia che però riuscì a vincere e anche a competere sullo stesso livello delle le grandi corazzate del calcio e forse anche di più. Peppino Pavone e’ stato e sempre sara’ per la Citta’ di Foggia e soprattutto per la squadra di calcio del Foggia, una “icona” insostituibile e non sara’ mai dimenticata, insomma un nome e una garanzia. Pensate un pò, riavvolgendo il nastro, tre anni fa si era riusciti ariportarlo alla corte del Calcio Foggia 1920 ma con la velocita’ della luce, dopo appena un anno e’ stato messo suo malgrado in condizione di andarsene, per l’incompetenza, la dabbenagine, la superficialia’, il dilettantismo, la supponenza e le ingerenze nell’area tecnica dell’ attuale proprieta’, che MAL sopportava e ancora oggi MAL sopporta chi e’ più preparato e competente di essa, perche questa e’ la prerogativa di chi MAL sopporta coloro che riescono ad essere superiori ad essa. La  popolarita’, le attenzioni verso l’ambiente calcistico , la stampa e i tifosi, oltre a essere dentro il cuore della Citta’ e della squadra di calcio per tutto quello che il passato ha saputo dare e regalare, e’ difficilmente sopportabile da  “qualcuno” che da subito voleva toglierci i nostri ricordi. Ma a noi di Foggia, in questi ultimi tre anni, che cosa ci ha dato l’attuale proprieta’ del calcio Foggia 1920 ? Il “nulla assoluto”, anzi abbiamo ricevuto solo “fallimenti sportivi” e “incazzature cosmiche”. Signori miei , con tutto il rispetto per molte figure di direttori sportivi che lavorano in Italia e che hanno le stesse peculiarita’ e la  bravura di Peppino Pavone, a Foggia ci siamo ridotti a dover vedere operare nel ruolo di direttore sportivo personaggi come Sapio, Belviso e forse tra un pò anche Domenico Roma. Ma credeteci  noi facciamo molta  fatica a capire tutto questo, allora voi ci sapreste spiegare di che cosa stiamo parlando?

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