Questa settimana la partita tra Foggia ed Avellino la facciamo presentare da un tifoso del Foggia che nella vita fa il Payroll Specialist ma che e’ anche un giornalista iscritto alla’OdG della Lombardia. Alessandro Parigi, ha collaborato con la testata giornalistica Foggiagol per due anni e anche per la sexzione numeri. I suoi articoli hanno il pregio di essere equilibrati e ricchi di contenuti, che soddisfano il lettore. Contengono, altresì, sempre ottimi spunti di riflesione che servono e vengono condivisi da tanti colleghi giornalisti.
Alessandro Parigi
“Caro Bruno, potrà sembrare una frase scontata e abusata, ma Foggia-Avellino non si tratta di un match come un altro. Si affrontano due tra le piazze più passionali del Sud, che hanno scritto pagine importanti del calcio italiano. Non possiamo non associare questa sfida ai play-off: ricordiamo il gol di Rivaldo al Partenio in quel dannato lontano play-off del 2007, ma nemmeno dimentichiamo il pregevole gol di Nicolao che ci consentì il passaggio del turno in tempi più recenti, o, ancora, il lieto ricordo della umanita’ rifilata ai campani nel Novembre del 1990 quando i ragazzi terribili dell’allora promettente tecnico di Praga sfoggiarono la partita perfetta con la doppietta di Baiano e i gol di Signori, Rambaudi e Porro.
Inutile dire che la C sta stretta per la loro storia ed il loro blasone. Ma tant’è, la realtà si chiama terza serie. Intanto dobbiamo sottolineare la scelta azzeccata della società irpina di consegnare le chiavi della Intanto dobbiamo sottolineare la scelta azzeccata della società irpina di consegnare le chiavi della squadra ad un noto e stimato professionista foggiano, Michele Pazienza. Lo ricordo giovane e promettente centrocampista con la maglia rossonera, che negli ultimi anni sta raccogliendo soddisfazioni anche dalla panchina. E la guida dell’Avellino è il giusto riconoscimento al nostro enfant prodige. I risultati gli danno ragione: dopo un inizio drammatico ed il cambio di guida tecnica, i biancoverdi hanno intrapreso un convincente percorso di crescita e inanellato vittorie, interrotto solo da qualche piccola defaillance. L’auspicio è che anche nel prossimo turno la corazzata irpina possa impattare quantomeno contro quel briciolo di orgoglio che il popolo rossonero si attende. Affrontare i lupi deve rappresentare l’occasione per un riscatto, perché vincere aiuta a vincere, e perché, diciamocelo, peggio di così non si può proprio andare. Confusione tecnica, tattica, societaria…non ricordo, quanto meno in tempi recenti, una tale situazione caotica, oserei dire grottesco. Sotto l’aspetto tattico dobbiamo ancora comprendere, intenzioni a parte, quanto possa questa rosa realmente concretizzare le ambizioni, o per qualcuno utopie, tattiche del tandem Coletti-Vacca che vedono in Roberto De Zerbi la propria ispirazione. Hai detto niente. Non è mancanza di fiducia nel tasso tecnico dei ragazzi che compongono la rosa, è proprio un dato di fatto. In altri termini, se Coletti vuole il tiki taka non può fare affidamento sui ragazzi che oggi compongono la rosa. Costruire dal basso richiede palleggio, visione di gioco, compattezza, e, a mio avviso, non sempre basta, soprattutto a metà campionato senza avere lavorato su queste corde da inizio stagione. Il mercato può dare una mano in questo senso? Certamente è un’ occasione per fornire ai mister quei tasselli utili al loro credo. Penso per esempio che una zona nevralgica del campo come la mediana non può affidarsi ad un duo di giovani, alla luce di un Di Noia dato tra i possibili partenti e di Frigerio già sulle rive del lago di Como che volge a mezzogiorno, certamente dalle belle speranze, ma pur sempre inesperti e forse impauriti dalla piazza. Ma la campagna acquisti non può non fare i conti con i freddi numeri dell’ultimo bilancio, che parla di un passivo di oltre sei milioni e di nessuna capitalizzazione all’orizzonte. E allora è evidente che da campagna acquisti passiamo in un batter d’occhio ad una campagna di svendita. Un fuori tutto motivato da una parte dalla suddetta situazione economica, dall’altra da una necessità di liberarsi di ingaggi, spesso immotivatamente onerosi, di giocatori che non hanno dato quanto ci si aspettasse (non sempre soltanto per responsabilità loro).Penso a Garattoni, funambolo della passata stagione, di cui conosciamo ampiamente le capacità tecniche e atletiche, che aveva meritatamente ottenuto la fascia di capitano, ma che stanno sta irritando oltremodo il tifoso.
Demeriti del ragazzo certamente, ma non avere sfruttato appieno il suo reale e noto potenziale non
può che essere anche una responsabilità delle plurime conduzioni tecniche.”