Il coraggio e la paura sono due facce della stessa medaglia. Ma esistono situazioni che superano la  logica di questi due sostantivi. Prendiamo come esempio la legge del dare e dell’avere. In questa legge ogni grafico prevede sempre una linea che sale e una linea che scende ma anche una sinopsìa, ovvero un cerchio a forma di torta, suddiviso in fette di colori diversi, che mette in evidenza la percentuale del merito acquisito. Il tutto avviene in base all’andamento di un qualcosa che accade, come quel famoso aforisma ” il mondo e’ fatto a scale, c’è chi scende e c’è chi sale”.
Abbiamo la certezza, per esperienza acquisita, che anche nel gioco del calcio a tutte le latitudini, questo principio esiste e si verifica sistematicamente al termine di ogni giornata che si gioca in qualsiasi campionato di calcio dai dilettanti fino ai massimi livelli di professionismo, infatti c’è sempre una classifica che cambia e che vede le squadre una volta salire su e una volta scendere giu’ dalle proprie posizioni, seguendo il verificarsi e l’alternarsi di risultati ed eventi sia positivi che negativi.
Il Foggia, come tutti saprete, ha iniziato la stagione in corso, perdendo la prima partita di campionato a Taranto e la linea del suo grafico è rimasta sullo zero. Poi ha giocato altre 7 partite consecutive senza mai perdere e la sua linea grafica è salita fino al vertice come la sua percentuale di valore assoluto in termini di credibilita’ e autostima, oltre che di punti. Ma poi ha disputato altre 4 partite realizzando solo due punti e facendo scendere la “linea del suo grafico” e la sua “percentuale” di 8 posizioni, fino alla 10a.

 

Questo non e’ un gioco di numeri. E’ una seria valutazione e interpretazione di fatti oggettivi che si chiama variabile o alternanza. E sapete come può essere definita questa valutazione? Come l’essenza di un “imponderabile” e “affascinante” gioco che fa rotolare il pallone su un rettangolo di erba naturale o sintetica, inseguito da uomini in maglietta e calzoncini bravi, meno bravi e a volte fenomeni, che intorno a loro fanno “girare” oltre alla passione, alla tecnica e alla forza fisica anche molti, anzi moltissimi milioni di euro.
Ieri sera allo Stadio “Menti” di Castellammare di Stabia, la squadra rossonera, data da tutti per spacciata al cospetto della capolista Juve Stabia, ha pareggiato per 0 a 0 e ha lasciato la sua linea del grafico nella stessa posizione, il 10° posto, senza farla salire ma senza neanche farla scendere ulteriormente.

 

Ha tenuto testa alla squadra di Pagliuca con una gara certamente difensiva ma accorta e concentrata, coriacea e mai realmente sotto lo schiaffo delle “vespe Stabiesi”, con purtroppo il solito mal d’attacco, ormai una costante per la squadra di Cudini. Ha terminato la partita senza subire gol, ed e’ il 7° “clean sheet” in 13 partite. Insomma era importante continuare la serie positiva iniziata con il pareggio della scorsa settimana contro il Sorrento e alla vigilia delle prossime due gare contro ACR Messina e Latina che si giocheranno allo Zaccheria.
In settimana affronteremo nel dettaglio l’argomento relativo al modulo di gioco e alla formazione messa in campo da Mirko Cudini nella gara di ieri sera, adesso prendiamo per buono questo punto che ha un valore importante, perche’ arrivato dopo una serie di risultati e prestazioni non brillanti, contro la capolista del girone la Juve Stabia, la quale ad onore del vero e’ sembrata una squadra “normalissima” e non certamente all’altezza di Benvento, Avellino e Crotone, che sono a nostro avviso le vere candidate a giocarsi fino alla fine la promozione diretta in serie B:

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