Parola d’ordine…. Vincere

Abbiamo sempre detto e scritto che a noi il bicchiere ci piace vederlo sempre mezzo pieno ma purtroppo a volte gli eventi e le varie situazioni ci hanno portato e ancora oggi ci portano a fare delle serie riflessioni sulla situazione in casa del Calcio Foggia 1920.
Per fare un esempio concreto, alla data di ieri 7 maggio, che era il 20° giorno utile per saldare gli stipendi del mese di febbraio ai calciatori rossoneri i quali il giorno 18 aprile scorso avevano “MESSO IN MORA” la società di via Gioberti, NON erano ancora stati eseguiti i bonifici ma sono stati pagati solo gli stipendi ai dipendenti che lavorano all’interno della sede del Calcio Foggia 1920.
Allora ci chiediamo e ci facciamo, purtroppo, sempre le stesse domande che ci stiamo ponendo soprattutto in questi ultimi 50 giorni e cioè dal 31 marzo scorso, giorno in cui Nicola Canonico si è defilato e si è dimesso da qualsiasi incarico con il Foggia insieme a suo figlio. Con quale spirito la squadra si appresta ad affrontare la prima gara dei play out a Messina sabato prossimo 10 maggio?
Diventa assolutamente difficile poterlo pronosticare.

 

 

 

NON avendo la sfera di cristallo e NON avendo i poteri di Mago Merlino, possiamo solo appellarci alle sensazioni che ci frullano nella mente ma sappiamo che nel calcio le sensazioni oppure tutti i pensieri che si possono fare lasciano il tempo che trovano. La situazione attuale del Foggia, purtroppo, NON ci vede nelle condizioni migliori per affrontare tra tre giorni una partita dalle mille difficoltà di natura tecnica, ambientale e comportamentale contro una squadra, il Messina, che viaggia sulle ali dell’entusiasmo da diverse settimane e che avrà sabato prossimo allo stadio San Filippo-Franco Scoglio l’appoggio di circa 7.000 tifosi più che mai convinti di poter fare un sol boccone degli uomini di Antonio Gentile.
Un moto di orgoglio deve ricordare a Salines e compagni di squadra che vestono una maglia gloriosa che NON può per nessuna ragione retrocedere tra i dilettanti. E’ anche vero, però, che dovremo ricordarci tutti, sia i tifosi, gli addetti ai lavori e tutto l’ambiente che segue le gesta del Calcio Foggia 1920, quello che leggemmo su uno striscione tanti anni fa molto eloquente e sintomatico della situazione che sta vivendo il Foggia, che rischia un’eventuale retrocessione nei Dilettanti.
Una retrocessione che sarebbe oltre ad una sconfitta dell’intera Città e di tutto il tessuto sociale e imprenditoriale del nostro territorio, potrebbe voler significare una seria possibilità che il pallone smetta di rotolare nel nostro stadio Pino Zaccheria, peraltro sapendo da tempo di chi è stata la colpa di tutto questo e anche che NON siamo riusciti, in un quadriennio, a fermare questa “emoraggia devastante” che ci ha portato fino a questo punto. Lo striscione che ricropiva l’intera Curva Sud diceva:
“MEGLIO SOFFRIRE PER POI GIOIRE CHE ILLUDERSI PER POI MORIRE”
Allo steso tempo se invece il Foggia, come noi ci auguriamo, nei 180′ minuti da giocare all’arma bianca e col coltello fra i denti contro i Peloritani, dovesse raggiungere la salvezza, si aprirebbero scenari diversi e forse molto presto si riuscirà a trovare una nuova proprietà per aprire una nuova pagine ed evitare tutto quello che e’ accaduto negli ultimi quattro anni, facendo programmi e progetti seri che serviranno a ricostruire, resettare e avere finalmente nei posti apicali della nuova società, personaggi competenti che conoscono le dinamiche del calcio e possano riorganizzare tutto l’organigramma societario in funzione dei traguardi e degli obiettivi che si vorranno realmente raggiungere.

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