Siamo stati da sempre convinti, in questo quadriennio della catastrofica gestione del Calcio Foggia 1920 da parte dell’ex presidente rossonero Nicola Canonico, di essere solo in pochi che rappresentiamo una parte dell’informazione locale a mettere sotto accusa l’ex presidente rossonero per tutte le cose negative da lui perpretate ai danni di una società, di una squadra, di una Città e di tutti i suoi tifosi che per anni hanno dovuto sopportare le angherie, le ingerenze, le supponenze, le bugie e i metodi ricattatori verso tutto l’ambiente ma soprattutto nei riguardi delle varie dinamiche societarie sia tecniche che gestionali della società di via Gioberti.
Dicevamo all’inizio che pensavamo di essere i soli e in pochi ad avere una visione univoca e contorta nei riguardi dell’ex patron e magari anche di suo figlio ma non è così.
In questi quattro anni q soprattutto in quest’ultima stagione, molti giornalisti e addetti ai lavori di tutta l’ Italia che lavorano nelle varie televisioni locali delle Città che seguono le squadre della serie C e nostro girone, che scrivono nelle varie testate giornalistiche nazionali e locali ci hanno bombardato di domande per avere informazioni su quello che accadeva a Foggia e al Calcio Foggia 1920, perchè dopo gli anni in cui tutta l’Italia parlava dei rossoneri, delle sue gesta calcistiche, della sua proverbiale ed eccellente gestione societaria ma soprattutto di Zemanlandia, non riuscivano a capacitarsi di come si era potuto arrivare ad una caduta di stile così compromessa e di una discesa verticale senza precedenti che ha avuto il suo epilogo in questa quarta stagione agonistica 2024-2025 che ha portato il Foggia a doversi giocare la salvezza per non sprofondare negli inferi dei Dilettanti, in un doppio “play out” contro il Messina.
Un esempio probante di quello che stiamo affermando ce lo ha fornito ieri sera un decano dei giornalisti pugliesi, il direttore dello sport dell’emittente regionale Telenorba, Michele Salomone che intervistato dal collega Massimo Marsico a Mitico Channel ci ha descritto il quadro del personaggio Nicola Canonico che lui conosce bene da più di un decennio.
In questa intervista il giornalista Michele Salomone ci ha spiegato e confermato quello che solo alcuni di noi ddlla stampa locale andiamo dicendo e scrivendo dal 2021.
“Colino” come chiama confidenzialmente Nicola Canonico appunto il suo amico giornalista barese come lui Michele Salomone ci ha dettoche nella sua peronale valutazione l’ex patron rossonero NON sa come si fa il presidente di una squadra di calcio professionistica e il motivo è proprio quello che riguarda le sue continue intromissioni in tutte le dinamiche delle varie aree tecniche che si sono succedute in questo periodo della sua presidenza e delle intromissioni forzate nello spogliatoio rossonero che spesso lo hanno visto presente e pressante in tutte le varie fasi del campionato mentre avrebbe dovuto essere in grado di creare un gruppo di managment che si sarebbe occupato di tuuti i risvoltoi tecnici delle varie aree mentre lui avrebbe dovrebbe dovuto solo gustarsi le partite e sovraintendere il tutto dalla sua posizione di comando senza voler fare a tutti i costi il “tuttologo”, oltrettutto senza ottenere mai in qusti quattro anni risultati obiettivi.
Quello che senbrava un “condizionamento psicologico” solo da parte nostra che viviamo a Foggia e scriviamo tutti i giorni, chi da molti anni e anche per chi lo fa da poco tempo, delle gesta del Calcio Foggia 1920, ci siamo resi conto che NON appartiene solo a noi bensì come avrete capito anche chi vive lontano dalla nostra Città e non vive giornalmente le varie dinamiche che ci sono all’interno della società e della squadra del Foggia, che alla fine si è fatto un’idea altrettanto chiara sul motivo per cui c’è stato questo declino verticale e senza appello dei rossoneri che hanno portato anche all’abbandono “teatrale” del 31 marzo scorso da parte dell’ex presidente, con le conseguenza che in questi ultimi due mesi Foggia e il Foggia stanno vivendo con la “spada di damocle” sulla testa che potrebbe cadere addosso da un momento all’atro e portare alla definitiva conclusione del calcio professionistico nella nostra Città e che va assolutamente e a tutti i costi evitata.