Contro l’Avellino, ieri sera, si e’ capito in maniera inequivocabile. Contro l’Avellino ieri sera abbiamo avuto la certezza. Il Calcio Foggia 1920 ormai e’ gia’ retrocesso, almeno sotto l’aspetto mentale, poi sul campo forse riuscira’ a salvare la categoria, perche’ il calcio e’ imponderabile e privo di qualsiasi logica ma la situazione e’ ormai fuori da ogni controllo. La partita contro i biancoverdi, persa meritatamente 3 a 1, poteva essere la gara che doveva interrompere l’emorragia di una serie di situazioni e di risultati negativi  ma che invece ha visto il Foggia, pur essendo passato in vantaggio dopo soli 4 minuti, sciogliersi come neve al sole e ha detto tutta un’altra cosa e lo ha fatto poi per tutti i 96 minuti dell’incontro, allorquando i rossoneri non sono stati capaci di fare neanche un tiro verso la porta della squadra Irpina. Non abbiamo visto fare un’azione degna di essere chiamata tale, anche ieri sera si e’ continuato con questo gioco che partiva dal basso “farlocco” e “fallimentare” che nessun calciatore ha capito come svolgerlo, perche’ questo tipo di schema e’ difficile da assimilare e ci vuole molto tempo per farlo, non certamente pochi giorni, ma forse non e’ chiaro hai due pseudo allenatori, che di tempo non ce ne’ oppure ce ne’ poco. Spero che siano resi conto e che siano loro stessi a prenderne atto e a farsi da parte, perche’ ogni volta che si iniziava l’azione dalla porta, dopo solo due o tre fraseggi e passaggi in orizzontale, appena partiva un piccolo accenno di  pressione degli attaccanti dell’Avellino, la palla veniva lanciata in avanti e diventava sempre facile preda degli avversari. Insomma come si diceva una volta, abbiamo visto giocate alla “viva il Parroco” che non potranno mai e dico mai reggere all’urto di una categoria come la serie C e soprattutto in un girone poco tecnico e piu’ fisico come quello meridionale.
Vogliamo parlare della tenuta atletica? A mezz’ora dalla fine e ribadiamo a mezz’ora dalla fine, tutti i calciatori avevano bisogno della bombola d’ossigeno ed erano piegati sulle gambe, l’ acido lattico era al di sotto della soglia di tolleranza, i giocatori camminavano in campo e venivano sovrastati letteralmente e sistematicamente dagli avversari, certamente più organizzati, più freschi e mentalmente più concentrati a portare a casa il risultato pieno. D’altronte non a caso la squadra di Michelino Pazienza si trova al secondo posto in classifica. Ma dove pensiamo di andare con questa squadra completamente allo sbando mentale e tecnico? All’indomani della terza sconfitta consecutiva dall’inizio del girone di ritorno e’ inesorabile la discesa verticale verso la zona bassa della classifica che porta diritti verso i play out. Il Foggia non ha un’ allenatore, non ha uno schema di gioco, anche ieri sera come a Giugliano un’ altro calciatore espulso (Embalo ndr) per un fallaccio inutile, che denota come la testa sia da tutt’altra parte . I nuovi acquisti sono stati schierati tutti dall’inizio ma hanno reso per quello che hanno potuto dare come contributo alla causa, anche perche’ alcuni arrivati solo da poche ore e non potevamo pretendere certo di più da loro, per il resto un disastro e uno squallore annunciato. Ora siamo in attesa di vedere la proprieta’ (!) cosa ha intenzione di fare e come vuole comportarsi. Si mettesse l’anima in pace e prendesse oggi stesso, senza perdere altro tempo, l’allenatore. Ma non un allenatore qualsiasi, bensì un allenatore con le “palle”, che per prima cosa faccia lavorare fisicamente e atleticamente questi giocatori che in campo sembrano degli “zombi”, proprio li stessi calciatori a cui il maggior azionista del Foggia (!) ha voluto dare credito quando gli hanno chiesto che volevano continuare la stagione con l’autogestione interna, per la felicita’ delle sue tasche ma adesso abbiamo capito il perche’ lo hanno chiesto. Dopo la prima epurazione, se ne andassero via dallo spogliatoio i “capi clan” con in testa quei pochi senatori rimasti. Aspettiamoci che in giornata arrivi il comunicato che ci presenti il nuovo allenatore, un “vero” allenatore. Un tecnico che sia capace di dare un gioco a questa squadra, che per la verita’ al momento di una squadra e di un gruppo non ha nulla.

 

             

La prprieta’(!) finalmente contestata dai tifosi, con cori e uno striscione apparso nella curva nord Franco Mancini, una curva vuota per protesta verso questa situazione e verso la gestione societaria che  e’ in essere. Attenzione la spia rossa della riserva si e’ accesa inesorabile, adesso bisogna intervenire subito, ben prima che accada l’irreparabile. Non c’è e da aspettare nemmeno un minuto, l’attuale azionista di maggioranza (!), che come ormai fa da tre anni, si comporta come Cimabue, fa una cosa e ne sbaglia due, si decida a fare qualcosa che possa restituirgli un po’ di dignita’. Oltre a prendere decisioni veloci a livello tecnico, perche’ il Foggia visto in mano a Coletti e Vacca  non si può guardare. Faccia un comunicato ufficiale oppure una delle sue solite conferenze stampa per far sapere e tutti il valore che da’ a questa societa’, ridotta ormai allo stato “vegetativo”, per cederla definitivamente. Poi visto che ha fatto dire in tv dal suo vice presidente (!) che e’ stanco, che non capisce perche’ viene messo in discussione ogni giorno e che non regge più a questa pressione negativa nei suoi confronti, prepari le valige metta dentro tutte le sue cose, non si dimentichi, come un buon padre di famiglia, di gettare la spazzatura accumulata in questi tre anni, anche quella nascosta sotto al tappeto e lasci ad altri il compito di rifondare e riportare questa societa’ e questa squadra, intrise di “storia”, li’ dove meriterebbe di essere.

 

         
Ieri sera abbiamo toccato il fondo, un disastro e uno squallore sportivo di proporzioni e di dimensioni epiche, che non si vedevano a Foggia da moltissimi anni. Un disastro che ci sta portando verso un baratro talmente profondo che più si andra’ avanti in questo contesto e più sara’ difficile tirarsi fuori, anzi sara’ quasi impossibile farlo. Un baratro paragonabile ad un tunnel lunghissimo in cui non si vede ne’ la luce e neanche una via d’uscita, ma si vede solo una realta’ devastante che forse non ha molte soluzioni per poterla risolvere e anche se ce ne fosse al momento qualcuna, siamo certi che non bastera’.

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