Chi pensa di essere ciò che non e’, passa la vita a giocare a nascondino. Questo e’ quello che sta accadendo all’interno del Foggia, in attesa che la dirigenza esca allo scoperto e dia un segnale importante sia all’ allenatore, alla squadra e a tutta la piazza che segue con trepidazione le sorti dei rossoneri. Che fine hanno fatto i personaggi che compongono la societa’ di via Gioberti, ormai da molto tempo spariti dai radar, silenti e latitanti, non solo della comunicazione ma soprattutto dai contatti con il resto dell’ambiente? Il Foggia non ha, in un momento delicato come questo ma forse non lo ha mai avuto un riferimento, non esiste una figura che faccia da tramite tra lo spogliatoio e i vertici societari, non esiste un collegamento che possa risolvere le problematiche che assillano il tecnico e i calciatori. Non ci meravigliamo affatto di questo atteggiamento, perche’ ormai questa situzione la stiamo vivendo da due stagioni e questa e’ la terza, ma il filo conduttore e’ sempre lo stesso.
C’è il maggior azionista (!) che muove i fili a suo piacimento, un Ds che oltre ad aver dimostrato in più di un’occasione di non avere nessun potere nelle scelte, un direttore generale che si limita a riportare, come un libro stampato, quello che gli viene detto e imposto dall’alto senza dare mai una spiegazione logica ed esaustiva. Di questo passo dove andremo a finire? I risultati di questo atteggiamento sappiamo che si ripercuotono sul campo e sulla classifica ma d’altronte cosa possiamo aspettarci da certi personaggi che gestiscono le sorti del Foggia, se ancora prima che iniziasse la stagione, proprio loro hanno messo le mani avanti dichiarando che sarebbe stata una stagione all’insegna dell’ equilibrio economico finanziario, che tradotto in termini pratici vuol dire nessun investimento sulla squadra ma solo l’ordinaria amministrazione. Un’altro termine usato dalla triade dirigenziale e’ stato fare un campionato dignitoso, che in realta’ vuol dire tutto e niente. Ma la parola che ci ha fatto parecchio arrabbiare e intendere che sarebbe stato un campionato da “comparsa” e’ stata ridimensionamento, che significa cercare di mantenere la categoria senza avere nessun obiettivo o traguardo fino al termine di questo terzo anno del programma “farlocco”, dichiarato fin dal giorno dell’insediamento di questa societa’ e del suo maggiore azionista. Non può , una piazza come quella di Foggia accettare questi termini che sono stati usati per molti motivi ma purtroppo sappiamo che chi gestisce una societa’ di calcio con una linea di condotta dilettantistica questo può succedere. Foggia e’ una piazza che ha vissuto anni di grande calcio, di grandi Presidenti, di grandi allenatori, di grandi direttori sportivi e di grandi giocatori. Il Foggia ha un pubblico che conosce bene tutte le sfaccettature e le dinamiche pallonare, quelle vere, non quelle che si vogliono far credere come fa da tre stagioni questa dirigenza. La tifoseria rossonera e’ al 10° posto in tutto il panorama calcistico Nazionale e prorpio per questi motivi non e’ accettabile sopportare queste situazioni ataviche che il Calcio Foggia 1920 si porta dietro da troppo tempo. Giocare a nascondino come sta facendo la societa’ e la proprieta’ del Foggia, ripetiamo, non ci meraviglia ma vorremmo anche e soprattutto che si smettesse di far finta di niente. Il Foggia e tutto ciò che lo circonda, sono patrimonio della Citta’ e ora che si e’ insediato il nuovo Sindaco e l’amministrazione comunale, l’azionista di maggioranza (!) facesse un paso tangibile e opportuno, dopo che ha constatato il fallimento del suo programma miseramente evaporato nel nulla e consegnasse il titolo sportivo all’istituzione più alta della Citta’, che saprebbe certamente fare meglio.
Proprio in questo senso oggi alle 10 presso il Comune di Foggia ci sara’ un’incontro tra il vertice del Calcio Foggia1920 e il nuovo Sindaco, Maria Aida Episcopo. Ma c’è anche un’altra strada che si potrebbe percorrere, visto che esiste un’ imprenditoria di Foggia e della Capitanata mai assopita, che se interpellata sarebbe in grado di assumersi la responsabilita’ di prendersi il pacchetto delle quote di maggioranza del sodalizio rossonero e di portarlo fuori da queste acque, maleodoranti, che stanno logorando la Citta’ e la sua squadra di calcio.