Guardando la formazione iniziale schierata ad Avellino dal Foggia abbiamo avuto la netta sensazione che il tecnico Mirko Cudini, visto il momento negativo che la squadra sta attraversando in campionato, abbia cercato di “abbandonare” il fardello infrasettimanale della Coppa Italia, per orientare le sue forze e quelle dei suoi calciatori sul torneo principale.

 

 

Sappiamo che sara’ smentita categoricamente questa nostra affermazione se venisse rivolta al tecnico rossonero, che in sala stampa a fine gara ha parlato di partita compromessa da episodi, lo stesso farebbero anche tutti i calciatori ma noi non siamo nati ieri e certe dinamiche le conosciamo fin troppo bene.
Alla fine il Foggia perde 3 a 1, se ne torna a casa e iniziera’ da oggi a preparare l’importante e difficile trasferta di Castellammare di Stabia che lo vedra’ impegnato, nella 13a giornata, contro la capolista del girone C.
Guardando la classifica c’è poco da essere allegri, anche se il Foggia ha mantenuto il 9° posto che ci vede ancora nella griglia play off, pur racimolando nelle ultime quattro partite solo due punti se guardiamo le posizioni nelle retrovie notiamo che i punti che separano i rossoneri dalla zona play out sono appena sei.

 

 

Massima attenzione e mantenere la concentrazione al massimo livello perche’ superata la partita di lunedi’ sera contro la Juve Stabia, speriamo con un risultato positivo, Cudini avra’ da pensare come cercare di vincere le due successive gare consecutive casalinghe contro l’ACR Messina e il Latina, per rimettere la bussola della squadra nella giusta direzione del gioco e i dei risultati altrimenti a quel punto il Foggia e Cudini stesso potrebbero entrare in un tunnel, la cui luce non si intravede nemmeno in lontananza, esattamente come la scorsa stagione nelle prime sette partite con Boscaglia. Una strada buia difficile da controllare e molto pericolosa conoscendo quella che potrebbe essere la reazione di una piazza come quella di Foggia, sia per l’allenatore, che rischierebbe la panchina ma anche per i calciatori che sarebbero costretti a giocare sotto una pressione molto forte. Siamo sicuri, però, che sarebbe pericolosa soprattutto per la societa di via Gioberi e per il suo vertice che potrebbe ritrovarsi d’un tratto al capolinea della sua avventura in Capitanata.
A proposito, giocare a nascondino con i tifosi e anche con gli organi d’informazione non sembra un’ idea appropriata, visto che proprio nei momenti come questo la vicinanza e lo “schermo” alla squadra sarebbe il miglior viatico per creare una barriera e uno scudo per ripararsi dalle polemiche, una protezione.Ma purtroppo se il maggior azionista “straparla” rilasciando dichiarazioni come quella di qualche settimana fa e cioe’ che avrebbe fatto sentire la sua voce solo quando il Foggia sarebbe stato primo con dieci punti di vamtaggio sulla seconda, allora ci si rende conto che il “dilettantismo” all’interno del Calcio Foggia 1920 ancora regna sovrano.
Lo spogliatoio, in gruppo, facesse quadrato e pensasse seriamente una partita per volta, iniziando da lunedi’ sera, senza alibi infruttuosi, cercando di dimostrare la sua vera capacita’ di uscire da questa situazione in cui si e’ cacciato, dimostrandolo di onorare la maglia rossonera, sul terreno di gioco e non con le chiacchiere.

 

Foto: Calcio Foggia 1920 – l’Attacco

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