Nelle prime 10 partite di questo campionato prima di Picerno, il Foggia aveva totalizzato 16 punti frutto di 4 vittorie e 4 pareggi e 2 sconfitte. Un 4° posto meritato con Tommaso Nobile che aveva tenuto la sua porta inviolata in 6 partite su 10. Aveva pareggiato ad Avellino, vinto a Catania, pareggiato con il Benevento e perso a Crotone, quattro squadre in predicato di lottare per la promozione in serie B. Poi e’ arrivata la trasferta di domenica scorsa a Picerno e tutto quello che si era costruito prima e’ crollato come un castello di carta. Le cose non accadono mai per caso, infatti un piccolo segnale si era avuto gia’ contro la Virtus Francavilla e nel secondo tempo contro il Brindisi ma non si era data, forse, la giusta importanza e la giusta valenza. Domenica e’ successo nuovamente, con tutte le attenuanti che vogliamo ma questa volta pero’ il Foggia si e’ fatto veramente male.
La squadra rossonera su 95 minuti, ne gioca all’altezza del suo livello e del suo nome, solo 15, gli ultimi della prima frazione di gioco, sfiorando con Peralta per tre volte la rete che solo la bravura del portierino Under dell’AZ Picerno Summa non ha permesso alla squadra di Cudini di andare in vantaggio. E poi? Il buio assoluto.
Passaggi sbagliati, scarsa concentrazione, falli nutili, difesa in bambola e nemmeno un tiro nello specchio della porta, facendo sembrare, nel secondo tempo, la squadra di Emilio Longo, una squadra di Champions League.
A chi addossare la colpa di questa “involuzione negativa”?
Gli interpreti erano sempre quelli, il tecnico pure, allora puo’ essere solo il cambio nell’intervallo di due calciatori della fase difensiva come Carillo e Vezzoni che abbia fatto saltare i meccanismi del Foggia? Non lo crediamo possibile, sarebbe un alibi poco attendibile e infatti anche Cudini a fine partita lo ha evidenziato. Forse sono stati i 15 minuti finali del primo tempo che avranno fatto pensare ai calciatori di poter fare un sol boccone dei Lucani? Anche questo alibi non regge. Allora cosa?
La verita’ e’ che la rosa del Foggia, costruita in estate dalla societa’ rossonera e’ “insufficiente” e la proprieta’ lo sa bene altrimenti non avrebbe parlato di fare un campionato dignitoso . Pero’ il maggior azionista qualche settimana rilasciando ad un giornalista il suo pensiero ha dichiarato che avrebbe parlato quando il Foggia sarebbe stato primo con 10 punti di vantaggio sulla seconda nella sua solita fase di ” delirio di onnipoltenza”, quindi e’ molto probabile che non lo sentiremo parlare piu’ fino al termine della stagione, perche’ sognare e’ bello ma poi si finisce per svegliarsi e tornare nella cruda realta’. A questa squdra mancano alcuni tasselli fondamentali per fare il salto di qualita’ e la proprieta’ farebbe bene a prenderne atto.
Ma usciamo da parte la “fantasia” e torniamo al momento attuale del Foggia. L’infortunio di Marzupio ha creato un grosso problema di equilibrio tra difesa e centrocampo, Riccardi non e’ ancora pronto fisicamente, lui e Salines non hanno i piedi sensibili per costruire dal basso come sa fare Carillo, dei due esterni con i piedi buoni Garattoni e Rizzo, il Siciliano e’ costretto a fare il terzino perdendo di fatto la sua spinta sulla fascia, appena manca a centrocampo il metronomo e organizzatore del gioco, Di Noia o Schenetti, si spegne la luce e sono dolori. Nasce da queste considerazioni quello che in gergo si chiama “equivoco tattico” che Mirko Cudini dovra’ affrontare e anche con una certa velocita’. Le prossime 4 partite vedranno il Foggia giocarne tre allo Zaccheria, quindi bisogna resettare e tornare a fare punti per migliorare la classifica che in 3 partite ci ha visto racimolare un solo puno, realizzare un solo gol e perdere 6 posizioni diclassifica in una settimana. Vogliamo parlare anche dell’attacco?
Diego Peralta, tecnicamente il miglior calciatore che il Foggia ha in rosa, NON e’ una punta, anche un tecnico bravo come Pasquale Padalino e non solo lui, lo ha evidenziato, l’italo-argentino lavora e gioca fuori dall’area di rigore, senza dare punti di riferimento ai difensori e aspetta il momento buono per prepararsi al tiro verso la porta avversaria. Tonin fa quello che può da solo dentro l’area di rigore e comunque ha realizzato 4 gol in 11 partite. Allora tirando le somme, quello che manca al Foggia e’ un vero centravanti finalizzatore. Per esempio uno come Marconi o Patierno, per interderci. Tutte le squadre anche quelle che lottano per non retrocedere tra i dilettanti hanno un centravanti di ruolo, il Foggia purtroppo no. Noi abbiamo Beretta, Embalo, Idrissou e Tounkara, che insieme hanno al loro attivo i gol di un “qualsiasi” giovane attaccante di una “qualsiasi” squadra Primavera.
Poi per non farci mancare nulla aggiungiamo la ciliegina sulla torta e mettiamoci dentro Marco Frigerio, fuori dalla rosa perche’ non vuole rinnovare il contratto ched lo lega ai rossoneri fino a giugno 2024. E’ vero, forse il calciatore non si e’ e non si sta comportando bene nei confronti del Foggia, forse non sta avendo la riconoscenza giusta verso una Citta’ e una squadra che lo hanno valorizzato quando non lo conosceva nessuno a livello personale e come calciatore ma attenzione, un “vero” rinnovo di contratto si propone aumentando in maniera congrua la cifra che lo stesso calciatore gia’ percepisce per accontentarlo e farlo firmare, visto il buon campionato disputato la scorsa stagione, per poi eventualmente cederlo e recuperare i soldi spesi, visto che oltretutto non e’ costato nulla il suo cartellino. E mi fermo qui.
E Mirko Cudini? E’ riuscito a dare un’ identita’ e un gioco a questa squadra, siamo tutti d’acordo, ha avuto la capicita’ di mettere in pratica fino ad ora le sue idee e i suoi schemi in funzione delle caratteristiche dei suoi calciatori, lo fa fatto per 10 giornate, poi domenica al cospetto di una squadra alla portata dei rossoneri, ha perso la strada maestra ed e’ caduto insieme hai suoi ragazzi in contraddizioni tattiche senza trovare, questa volta, nessuna soluzione alternativa per migliore una partita che ha prodotto ben poco, ad eccezione dei 15 minuti finali del primo tempo..
Purtroppo esistono “oneri e onori” anche per il tecnico Marchigiano. Vincono tutti e perdono tutti e domenica a Picerno hanno perso sia la squadra del Foggia che il suo allenatore ma soprattutto i tifosi, che dopo aver disputato con merito la finale play off nella scorsa stagione, si aspettavano di vedere la propria squadra sempre tra le protagoniste del campionato.