Nel calcio come nella vita si dice che a volte bisogna fare di “necessità vitù”. Ed e’ quello che e’ successo domenica scorsa nella gara tra il Foggia e il Latina, quando il tecnico rossonero Luciano Zauri ha stravolto e messo da parte il suo credo calcistico, il 4-3-3 per un più concreto 4-2-3-1.
Da cosa è derivata questa scelta? Sicuramente dalle assenze forzate di alcuni calciatori e soprattutto dal fatto di poter essere più incisivi in avanti e più coperti a tra le due linee di centrocampo e difesa. Alla fine il risultato ha pagato, perche’ a parte i primi 25 minuti in cui il Foggia e’ sembrato timoroso per via della contestazione in atto tra i tifosi, dopo ha mantenuto sempre il controllo della partita e alla fine ha vinto meritatamente una gara difficile e più complicata del previsto.
Abbiamo rivisto con piacere in tribuna Pasquale Padalino ex tecnico del Latina e del Foggia che oltre ad assistere alla partita ha sicuramente salutato i dirigenti Pontini e i i suoi ex calciatori, con lui ci siamo rivisti molto volentieri e abbiamo ricordato la disamina tecnica che facemmo dopo la gara dell’andata terminata 0 a 0, in cui lui era in panchina con i neroazzurri e Massimo Brambilla, allenava il Foggia.
La chiacchierata e’ partita analizzando lo schema di gioco attuato dal tecnico abruzzese Zauri nella gara di domenica sera. In occasione della gara d’andata ci siamo ricordati che parlando con Pasquale Padalino gli chiedemmo cosa ne pensasse del gioco espresso dal Foggia del tecnico di Vimercate e anche se le caratteriostiche dei calciatori che aveva visto in campo, potessero supportare quello schema di gioco. La sua risposta fu molto tecnica e riferita chiaramente ed esclusivamente alla gara appena giocata e al modulo visto sul terreno del “Francioni”.
Parlammo anche del fatto se la squadra del Foggia avrebbe potuto anche giocare con il 4-3-3 oppure il 3-4-3 visto che aveva due trequartisti e una sola punta centrale di ruolo. Gli facemmo notare e rilevare, come secondo noi, gli esterni di difesa della squadra allora allenata da Massimo Brambilla non scendevano sulle fascie con la rapidità e la continuità di quando vedevamo giocare il Foggia targato Zeman nel quale lui e’ stato uno dei protagonisti.
Pasquale Padalino, che di calcio ne capisce molto, ci diede il suo parere allora e lo ha fatto anche domenica sera, infatti dopo la partita, ci siamo soffermati a parlare e affrontare lo stesso discorso tattico, come vecchi amici al bar davanti ad un caffe’ e siamo riusciti ad farci dare un suo parere su quello che aveva visto di diverso tra la gara dell’andata e quella appena terminata allo Zaccheria.
Questa volta Pasquale Padalino e’ stato più pragmatico nello spiegarci, in maniera del tutto amichevole, visto che lo conosciamo da quando giocava nel settore giovnile dei rossoneri e soprattutto fuori da qiualsiasi intervista, che la differenza tra un modulo anzichè un’altro la fanno sempre e soltanto le caratteristiche dei calciatori che un’allenatore ha a sua disposizione. Per esempio ci diceva che il Foggia con gli esterni d’attacco che giocano prevalentemente larghi e in ampiezza, dovrebbe avere un centrocampo che giochi con un play davanti alla difesa e con lanci in profondità e su questo siamo stati daccordo, perche’ il Foggia a parte Da Riva oppure Pazienza, non ha un centrale di centrocampo che prenda la palla dalla linea di difesa e imposti le azioni d’attacco della squadra.
Ci ha anche confidato che Orlando, che conosce molto bene per averlo avuto alla Juve Stabia, con lui a Castellamare di Stabia giocava a sinistra a “binario” e non a destra con il piede inverso , cioè era costretto come fa ora a dover tagliare il campo in diagonale per giocare la palla, passarla, crossarla oppure tirare in porta ma agiva direttamente sulla catena di sinistra e quindi con le sue spiccate doti tecniche rendeva molto di più rispetto a quello che aveva visto nella gara di domenica contro la sua ex squadra.
Un discorso molto istruttivo per chi come noi si occupa di giornalismo e non fa l’allenatore di calcio ma un discorso informale tra amici che comunque ci ha fatto piacere e che e’ servitao a capire meglio certe dinamiche tecnico-tattiche delle quali magari potevamo avere un pensiero diverso e distorto dalla sua reale applicazione sul terreno di gioco.
Chiaramente, alla fine della nostra simpatica chiacchierata , Pasquale Padalino ci ha fatto capire come sia importante che ogni squadra raggiunga l’obiettivo che si e’ prefissato quando inizia il suo campionato, cioè o vincere direttamente il difficile torneo di serie C oppure che riesca a disputare i play off per giocarsi le proprie carte nella seconda fase, che e’ un campionato nel campionato dove tutto può accadere, o ancora che si arrivi ad ottenere la salvezza e a mentenere la categoria.
Salutandoci l’augurio che faceva Pasquale Padalino sia per il Latina e anche per la sua Citta’ natale dove ha iniziato a dare i primi calci ad un pallone prima di approdare in squadre di primo livello in serie A, in Europa e anche in Nazionale, e’ stato quello di avere le maggiori soddisfazioni possibili per le due squadre e per lui nelle vesti di allenatore, con le sue idee che lo hanno portato ad avere molteplici soddisfazioni il nostro augurio e’ stato che possiamo presto rivederlo sulla panchina di una squadra di calcio professionstica, con la tuta sul terreno di gioco per dare il suo contributo, la sua professionalità e la sua esperienza in questo mondo pallonaro sempre piu’ soggetto a cambiamenti radicali che non sempre portano a raggiungere i risultati che ognuno si aspetta e si augura di raggiungere, sara’ unpiacere per tutti coloro che amano il calcio e per la Citta’ di Foggia che lo ha visto crescere e diventare quello che tutti si auguravano che diventasse.