Sagace, critico, equilibrato, tagliante ma soprattutto un giornalista che quello che pensa non lo manda certamente a dire dagli altri. Sto parlando di Alberto Mangano. La sua rubrica “Al fischio finale” ma anche la trasmissione “Solo Foggia” richiamano sempre l’attenzione dei tifosi e degli addetti ai lavori che spesso prendono spunto dalle sua analisi per costruirsi la loro opinione. Abbiamo chiesto ad Alberto di farci un quadro sulla situazione attuale del Foggia, sul silenzio stampa e sulla partita di domani contro il Potenza, ed ecco il suo pensiero critico al punto giusto ma anche pieno di certezze e di spunti razionali.
” Bruno, si può dire che Foggia Potenza sia un bivio per il Foggia? Difficile da stabilirlo, anche perché la stessa cosa la si poteva affermare per le gare contro Latina e Casertana dove, al di là dei due risultati negativi, è apparso lampante che il vero problema ora è nelle prestazioni, l’ultima delle quali sicuramente imbarazzante. Prevedere cosa possa fare la società dopo un’ulteriore battuta di arresto è difficile, il suo silenzio presta il fianco a numerose interpretazioni. Diciamo subito che non riferire ai giornalisti e quindi alla tifoseria non è mai giustificabile, sarebbe giusto conoscere cosa ne pensano società, tecnico e squadra di questa involuzione che comincia ad essere preoccupante. Un mese fa forse la partita con il Potenza poteva avere un significato, ora è diventato uno scontro diretto. Avere delucidazioni in merito sarebbe corretto, aiuterebbe a capire, aiuterebbe anche a farsi aiutare, a fare corpo unico contro tutti e tutto. Invece no, diventiamo tutti opinionisti/tifosi e pertanto autorizzati a tirare le somme senza conoscere gli addendi. La mia analisi pertanto si basa su una mia teoria che ritengo possibile ma potrebbe essere smentita dai fatti: qualche settimana fa si viaggiava sulle ali dell’entusiasmo, i risultati arrivavano con prove convincenti e chi sognava ad occhi aperti non viveva proprio in un altro mondo. Alle prime difficoltà, però, la squadra si è persa, è andata in confusione, ha reagito negativamente alle negatività. In questi casi, un gruppo si affida ai leader della squadra che cercano di riportare il gregge verso pascoli più verdi. Ed invece vedi che proprio quelli che dovevano guidare la folta schiera dei giovani, per me ancora promettenti, non accettano le scelte tecniche dell’allenatore, protestano platealmente e non danno quell’esempio che può aiutare a crescere. Eppure, in tanti di loro, avevano vissuto lo scorso anno una stagione prega di avversità ma, sempre loro, proprio con la forza del gruppo, erano riusciti ad arrivare in finale, sarebbero andati in B se non fosse successo tutto quello che noi sappiamo.
Per me manca il gruppo, manca forse il carisma del tecnico, quel carisma che consentì a Beretta di entrare in campo a Crotone, anche con una gamba, e realizzare quel gol che fu decisivo per arrivare in semifinale. La forza del gruppo riuscì a superare la difficoltà del singolo; questo manca a questa squadra. Aspettiamo il Potenza, magari arriva anche una vittoria, magari torniamo in zona playoff ma se manca la volontà da parte di tutti di invertire la rotta, allora non facciamoci illusioni, pensiamo seriamente a salvare la categoria.”